Cannitello, Punta Pezzo
Cannitello (U Cannateddu in dialetto reggino) è una frazione di Villa San Giovanni, in provincia di Reggio Calabria. Si affaccia sullo Stretto di Messina e costituisce uno dei più gradevoli e caratteristici borghi di mare della Calabria. La località si sviluppa interamente lungo la costa calabra dello Stretto ed è uno dei pochi centri abitati con abitazioni del lato mare che si affacciano direttamente sulla spiaggia, dalla quale si gode di una vista unica che spazia, nelle giornate di tempo sereno, da Capo Vaticano alle Isole Eolie. Al censimento del 2001, l'abitato con i centri circostanti conta 3.281 residenti.
immagini : google earth
Analisi storica e urbanistica
Il
tema di un centro di promozione e diffusione delle forme di energia
rinnovabili e di una Centrale elettrica al servizio della produzione di
energia attraverso il moto naturale del mare sullo Stretto indica la
costruzione di un progetto complesso multifunzionale e di dimensione
urbana. Esso, oltre a rispondere ai requisiti di servizio alla centrale
marina, contiene funzioni di tipo culturale e didattico legati alla
diffusione della cultura del risparmio energetico e quindi alla
necessità di una crescita civile delle comunità insediate.
Citazioni sullo Stretto di Messina
Conosci la terra dei limoni in fiore, dove le arance d'oro splendono tra le foglie scure dal cielo azzurro, spira un mite vento, quieto sta il mirto e l'alloro è eccelso, la conosci forse? Laggiù io andare vorrei con te, o amato mio! (Johann Wolfang Goethe)
Questo mare è pieno di voci e questo cielo è pieno di visioni. Ululano ancora le nereidi obliate in questo mare, e in questo cielo spesso ondeggiano pensili le città morte. Questo è un luogo sacro, dove le onde greche vengono a cercare le latine, e qui si fondono formando nella serenità del mattino in un immenso bagno di purissimi metalli scintillanti nel liquefarsi, e qui si adagiano rendendo tra i vapori della sera, immagine di grande porpore cangianti di tutte le sfumature delle conchiglie. E' un luogo sacro questo tra Scilla e Messina, in fondo al mare, sotto il cobalto azzurrissimo, sotto i metalli scintillanti dell'aurora, sotto le porpore iridescenti dell'occaso, è appiattita, di cono la morte non quella perdir così, che coglie dalle piante umane ora il fiore, ora il frutto, lasciando i rami liberi di fiorire ancora e di sfruttare, ma quella che secca lepiante stesse, non quella che pota, ma quella che sradica, non quella che lascia dietro di sè lacrime, ma quella cui segu l'oblio. Tale potenza nascosta donde s'irradia la rovina e lo stritolio ha annullato qui tanta storia, tanta bellezza, tanta giovinezza, come l'orma nel cielo, come l'eco nel mare. Qui dove è quasi distrutta la storia, resta la poesia.
(Giovanni Pascoli)
Su una carta del mondo il Mediterraneo non è che una fenditura della crosta terrestre, uno stretto fuso che si allunga da Gibilterra all'Istmo di Suez e al mar Rosso. Fratture faglie cedimenti, corrugamenti terziari, hanno creato fosse liquide molto profonde, e per contro quasi a contraltare di quegli abissi, interminabili ghirlande di giovani montagne, altissime e dalle forme scabre. Vicino al capo Matapan esiste una fossa profonda 4600 metri,più che sufficiente a sommergere la cima più alta della Grecia, i 2985 metri del Monte Olimpo. Tali montagne si spingono nel mare, talvolta strozzandolo sino a ridurlo a un semplice corridoio di acqua salata: si pensi a Gibilterra, alle bocche di Bonifacio allo stretto di Messina, con i vorticosi gorghi di Scilla e Cariddi ai Dardanelli e al Bosforo. Non è più mare: non sono fiumi o addirittura semplici porte marine....