SOLUZIONE COS'E'??? 2°
Pillole alimentari di diversi diametri, confezionate in astucci bivalve molto eleganti per forma, colore, materia, semitrasparenza e semplicità d'apertura.
Sia il prodotto stesso che l'astuccio e l'adesivo derivano tutti da una unica origine di produzione. Non quindi lavorazioni diverse su materiali diversi da montare poi in una successiva fase di finitura, ma una programmazione di lavoro molto esatta, certamente frutto di un lavoro di gruppo (team-work).
L'oggetto è monocromo ma con sensibili variazioni di tono, ciò gli dà un aspetto appena sofisticato, che però incontra anche il gusto dei consumatori più lontani da una cultura attuale. Il colore è un verde, un certo verde molto noto sotto la denominazione popolare di "verde pisello", colore abbastanza bene calcolato fin dall'inizio della produzione e non più cambiato a tutt'oggi. Questo colore ha determinato influenze cromatiche anche nella moda e nell'arredamento intorno agli anni 20-30.
La forma delle pillole è abbastanza normale benché ci si sia preoccupati di variarle di diametro; ciò che invece risalta per l'originalità, e nello stesso tempo la semplicità della concezione, è l'astuccio: la sua funzione prende forma in due elementi uguali e simmetrici, come si usa progettare oggi per ragioni di economia produttiva, concavi quanto basta per contenere le pillole di cui hanno già l'impronta sia della forma che del numero e della disposizione. I due elementi sono uniti, a perfetta tenuta, da un adesivo che svolge una doppia funzione: come cerniera-molla dal lato minore e come semplice adesivo dal lato più lungo. Tenendo l'astuccio "di coltello", come si dice, tra l'indice e il pollice e facendo una leggera pressione con i polpastrelli, l'astuccio si apre di scatto e mostra le pillole tutte bene allineate in ordine di grandezza. Le pillole potrebbero cadere a terra ma una puntina di adesivo le trattiene così che si possano staccare quando si vuole anche solo toccandole con un dito.
Una delle caratteristiche tipiche di queste produzioni è la variazione nella serie. Problema molto discusso nei vari congressi mondiali di Designers: nella progettazione di un oggetto di grandissima produzione dobbiamo tener conto dei gusti del pubblico e proporre possibili variazioni al modello così da aumentare le vendite accontentando un maggior numero di compratori? Nel caso della produzione dei piselli si riscontra forse una eccessiva varietà: pur conservando rigorosamente forma e colore, si possono trovare in commercio contenitori da dozzine di pillole, da dieci, nove, otto... fino a contenitori da un pisello. Eccessiva variazione e, in definitiva anche un certo spreco. E poi chi compera un pisello solo e, ancora, lo esige nel suo contenitore? Eppure da migliaia di anni questo oggetto continua a essere prodotto in questo modo; il consumatore non fa caso a questi particolari. Comunque è probabile che questa eccessiva variazione sia il risultato di un errore nella ricerca di mercato, certamente fatta prima di stabilire una così grande produzione e in uso ancora oggi per negligenza burocratica.
Anche in questo caso nessuna concessione stilistica di un ormai superato gusto del bello classico o moderno secondo le ultime correnti artistiche, nessuna compiacenza sculturale, nessun facile antropomorfismo, ma un dosato gioco dimensionale delle singole parti. L'oggetto si inserisce con onore nella tradizione tecnologica di una produzione calcolata sia pure con estremo rigore ma non senza calore umano e sociale e, si può forse dire, con un leggero senso di humor. - Di Bruno Munari"
"Ottenere astuccio e adesivo da un'unica origine di produzione" (ricerca e sperimentazione). |
Qui troviamo espressa l'unione tra materiale e tecnica, collaborazione dominante nelle teorie di Bruno Munari. |
Il cos è della settimana riguarda il numero in alto a sinistra nell'edificio fotografato da Sottsass, e inserito nella pubblicazione del libro foto dal finestrino. Evidenziato nel riferimento sotto posizionato.
Il libro "foto dal finestrino" di Ettore Sottsass viene realizzato attraverso la pubblicazione di 26 scatti da lui stesso prodotti, affiancati da didascalie documentante: luoghi, paesaggi, volti un pò da tutto il mondo.
Sono le immagini a parlare, figure e situazioni di vita che non hanno neanche bisogno di essere commentate. L'immagine costituisce una forma di comunicazione alternativa alla parola.
nella foto affianco viene indicata la collocazione del dettaglio preso in esame. "DOMUS di Dicembre 2004". |
SOLUZIONE COS'E'??? 1°.
La soluzione al cos'è, risulta essere la collabborazione tra il gruppo di design MEMPHIS: Ettore Sottsass, Hans Hollein, Arata Isozaki, Andrea Branzi, Michele De Lucchi; e la famosa ditta di laminati ABET, nata dopo il primo dopo guerra, mutando da fabbrica militare a fabbrica civile, con un modo del tutto innovativo di concepire ed utilizzare il laminato.
Illuminata e coraggiosa da una parte e la straordinaria sensibilità al colore e la grande capacità del capo gruppo MEMPHIS, Ettore Sottsass, che con il tema "Bacterio" va a contaggiare molti oggetti di design; in particolare nel caso della calzatura presa in esame:
ADIDAS APS OKI-NI.
BACTERIO "Pattern" laminato |
il centro commerciale di sciaquata sembra essere uno dei soli posti per trovare il laminato di Memphis. ciò è la prima macchia di Memphis nel selvaggio What is it?SOLUZIONE COS'E??? 3° E' l'ingrandimento di una delle illustrazioni realizzate da Bruno Munari contenute nel libro L'anguria Lirica di Tullio D'Albisola. Tullio d'Albisola è in realtà uno pseudonimo di Tullio Mazzotti, coniatogli da Filippo Mariretti autore del manifesto del Movimento Futurista. A Mazzotti si da il merito di aver introdotto nel Movimento Artistico del Futurismo la ceramica come materiale, ponendosi così in una posizione all'avanguardia in quegli anni in cui la ceramica di Albissola veniva prodotta esclusivamente in maniera artigianale. Le reallizzazioni del Mazzotti, esposte nelle mostre di tutta Italia, ebbero un grande successo da parte del pubblico e della critica. Negli anni della sua militanza nel Movimento Futurista, Tullio, realizzò, oltre a ceramiche, sculture e aereopitture, le Litolatte: libri di latta con testi suoi e del Marinetti. Le Litolatte sono libri rarissimi che si contano sulle dita di una mano ed esse rappresentano non solo la più smagliante manifestazione modernista editoriale, ma sono anche il simbolo irragiungibile dell'estetica futurista. Esse sono le pietre angolari di una nuova concezione dell'arte nell'editoria, nella tipografia e nella letteratura. Descrizione: E' un libro-oggetto formato da 15 fogli stampati su latta litografata con un dorso tubolare e rilegatura a "cartoccio" (di 852 gr. di peso), dotato anche di custodia anch'essa litografata. Ne esiste una sola copia su carta realizzata per Marinetti, rilegata in pelle rosso-verde e con al dorso 5 bulloni metallici. |
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